Capponcelli Ivo di Vittorio e Ghersi Vilelma, nato il 21 agosto 1900 a San Giovanni in Persiceto (Bologna). Cementista, comunista. Membro del PCI dalla fondazione nel 1921, partecipa a vari scontri contro i fascisti di Arpinati in Bologna, dove prende la residenza, a capo di un gruppo di Arditi del Popolo. Nel 1924 deve espatriare stabilendosi in Francia a Parigi. In Nel 1931 apre un piccolo ristorante nei pressi della Gare de Lyon dove molti esuli emiliani ed anche di altre regioni senza soldi, né documenti trovano cibo e rifugio. Coniugato con due figli, parte da Parigi il 21 novembre 1936 con la colonna Picelli. Successivamente si arruola nella 2. compagnia del 3. Battaglione del battaglione Garibaldi, col grado di tenente comandante di sezione composta tutta di bolognesi. Combatte a Boadilla e Mirabueno. La sera del 13 gennaio 1937 parte all’assalto per primo ed è’ dichiarato disperso il 14 gennaio 1937 a Majadahonda. Il suo cadavere è ritrovato nella notte e riportato dentro le linee repubblicane con una ferita alla tempia. Fatto l’inventario degli effetti personali che vengono consegnati al Commissario Politico di Compagnia, la salma viene posta una barella di Sanità e tumulata in un luogo ben individuabile sul bordo di una scarpata da Lorenzo Vanelli ed altri volontari bolognesi, Panzacchi, Della sfera, Berti, Mongiorgi e Forni. Tocca a Lorenzo Vanelli scrivere la lettera alla moglie che è firmata da tutti e consegnata al Commissario Politico per la spedizione. Capponcelli viene citato all'ordine del giorno e gli viene attribuita la medaglia d'argento alla memoria con la seguente motivazione: «Morto eroicamente alla testa dei suoi miliziani sul fronte di Majadahonda». Il 13 luglio 1937 il giornale della Brigata Garibaldi "Il Garibaldino", pubblica nel numero 5 la notizia della concessione della medaglia al valore alla memoria a Capponcelli. La moglie ed i figli rientrano in Italia a Bologna il 21 agosto 1941.