Canonica Antonio di Vincenzo e Campana Maddalena, nato il 4 agosto 1906, a Corticiasca, Canton Ticino (Svizzera). Muratore, comunista. Il padre emigra in Argentina quando Antonio è ancora bambino e non farà ritorno. Antonio Canonica è costretto ad iniziare a lavorare come garzone di muratore per aiutare la famiglia. Trasferitosi a Torino nel 1922 con la promessa di una borsa di studio della Società ingegneri e architetti ticinesi che ha una sede in città, segue i corsi serali, apprende il mestiere di muratore cementista per poi essere assunto alla FIAT. Negli anni dal 1922 al 1924 subisce aggressioni dalle squadre fasciste. Due anni dopo rientra in Svizzera nel Canton Ticino, dove si iscrive al Partito Comunista ed alla associazione Svizzera dei Lavoratori della Costruzione della Falegnameria. Lavora come muratore in diverse zone della Svizzera, Grenchen (Soleura), Einsielden (Schwyz), Lucerna e Zurigo. Viene condannato più volte per scontri violenti con fascisti italiani, come ad esempio con il viceconsole d’Italia di Bienna. Passato per Parigi, dagli inizi degli anni ’30 vive a Basilea e coordina con le sedi del Partito Comunista in Italia e a Parigi il passaggio clandestino della frontiera. Nel 1932 è a Losanna dove in seguito al massacro di Ginevra del 9 novembre dove la truppa uccide tredici partecipanti ad una grande manifestazione operaia, partecipa attivamente alle azioni di protesta, finendo arrestato con altri due compagni uno dei quali è Romeo Nesa. Tornato a Basilea, il 15 agosto 1936 si sposta a Parigi ed è tra i primi ad accorrere in Spagna, unico volontario di nazionalità svizzera che entra a far parte della centuria “Gastone Sozzi”, aggregata alla Colonna “Libertad” del PSUC, della quale diventa vicecomandante. Combatte a Pelahustàn e Real Cenicientos, dopo gli scontri a Talavera de la Reina nel settembre 1936, in cui la centuria subisce pesanti perdite nel fallito tentativo di sbarrare la strada per Madrid agli insorti franchisti, i sopravvissuti passano nel Battaglione Garibaldi. Canonica è inquadrato nella 2. compagnia del battaglione Garibaldi, partecipa alle azioni su tutti i fronti tra cui Madrid, Guadalajara dove viene promosso tenente e per un breve periodo è comandante di compagnia. Il 17 luglio 1937 è ferito a Villanueva del Pardillo mentre combatte con la 4. compagnia del 1. battaglione della Garibaldi. Dopo una degenza di 4 mesi all’ospedale di Villanueva de la Jara rientra in reparto e nel gennaio 1938 frequenta la scuola ufficiali di Pozorrubio, per confermare il grado. Combatte in Estremadura e partecipa alla ritirata di Caspe. Poi segue a Ribas di Panadès un corso speciale in preparazione della battaglia dell’Ebro, l’ultima grande offensiva della Repubblica, Durante la battaglia iniziata nel luglio del 1938 fa parte dello Stato Maggiore della 45. Divisione come ufficiale di collegamento con la 35. Divisione. Uscito dalla Spagna nell’ottobre 1938 dopo il ritiro dei volontari internazionali deciso dal governo repubblicano, dopo aver tentato di restare in Francia è costretto a rientrare in Svizzera, dove si trova a scontare una condanna di due mesi per la sua partecipazione alla guerra di Spagna. Poi svolge per un certo tempo lavoro clandestino nel Ticino per il Partito Comunista Svizzero ridotto all’illegalità. Successivamente si stabilisce a Bienne dove dal 1943 dove riprende l’attività semilegale con il Partito Comunista Italiano ed il CNAI in supporto dei campi di internati italiani e di aiuto alla Resistenza. Fa richiesta di tornare in Italia per impugnare le armi la richiesta non viene accolta e subisce in quel periodo una nuova condanna di 21 giorni. Nel dopoguerra riprende l'attività politica, ed è fra l'altro tra i fondatori del Partito Svizzero del Lavoro che abbandona nel 1950 dopo essere rientrato a Lugano. Muore a Pregassona (Lugano) il 19 febbraio 1986.