Mombelli Luigi Domenico di Vittorio e Lucia Agliardi, nasce a Rezzato (Brescia) il 1° giugno del 19021. È segnalato come anarchico individualista. Dopo aver frequentato fino alla IV classe elementare, lavora nelle cave di marmo della zona e anche come contadino. "Assiduo e appassionato lettore di stampe anarchiche", come cita un rapporto di polizia, sceglie di militare nei gruppi libertari. Trasferitosi a Brescia dopo la fine del primo conflitto mondiale, emerge come una delle figure di spicco della Camera del lavoro legata all'Unione sindacale italiana, costituitasi in città all'inizio del 1919 a seguito di una scissione operata nei confronti dell'organizzazione confederale riformista. "Operaio assiduo e capace di trovare nel lavoro i mezzi di vita", dal gennaio del 1922 al luglio del '32 presta servizio militare nel 38. Reggimento di fanteria di stanza a Cuneo. Dopo aver sostenuto attivamente la Camera del lavoro sindacalista. nel 1925 è fermato dalle forze dell'ordine con un gruppo di compagni di fede riuniti allo scopo di riorganizzare il movimento d'opposizione al fascismo. L'anno successivo, in maggio. si fa promotore di una sottoscrizione per i funerali di Umberto Mincigrucci che. insieme al sindacalista rivoluzionario Nicola Vecchi, aveva diretto l'USI bresciana nel biennio 1919-20. Più volte fermato "per misure di ordine pubblico". propaganda le sue idee di "anarchico individualista" anche con la diffusione della stampa. Nel maggio del 1926, durante una perquisizione domiciliare, gli sono sequestrate numerose copie del periodico «Fede!» che riceve da Roma e "di cui è assiduo lettore'". Le autorità prefettizie lo considerano '"uno dei più pericolosi anarchici che risiedano in questa città". Muratore, frequenta con particolare zelo e "'lodevole profitto” le lezioni serali di disegno presso l'Istituto professionale «Morello». Denunciato quale "elemento pericoloso all'ordine nazionale dello Stato" e "irriducibile antifascista", il 14 dicembre del 1926. è sottoposto al provvedimento di ammonizione per due anni 9. Nonostante ciò, continua fare propaganda a favore del movimento. "E intelligente e capace di svolgere proficua attività antinazionale", annota ancora il funzionario di pubblica sicurezza. Dopo che nel febbraio del 1927 la polizia fa irruzione in casa sua alla ricerca di armi - l'esito sarà negativo, - il 19 novembre, avendo continuato a sviluppare "propaganda anarchica ostacolando l'iscrizione degli operai nelle corporazioni Sindacali fasciste, svolgendo opera disgregativa nei confronti di dette corporazioni", è arrestato. '*Sovversivo incorreggibile e tanto più pericoloso in quanto è dotato di intelligenza di gran lunga superiore a quella dei suoi compagni di fede e di lavoro", la Commissione provinciale lo invia al confino per cinque anni destinandolo all'isola di Lipari dove giunge l'8 dicembre del 1927 insieme ad Angelo Bonizzoli, Luigi Abbiati, Marco Donegani. Lelio Osio e Carlo Santoni e lì sconterà parte della pena. Nel maggio del 1 930, il Ministro dell'interno fornisce un elenco dei confinati politici "dimostratisi più pericolosi e più irriducibili avversari del regime". Per "sospetta attività comunista' ne sono cosi arrestati 33, tra cui il Nostro. L'inchiesta non porta a nulla. ma gli inquisiti si vedono assegnare non soilo un altro anno di confino ma anche il trasferimento da Lipari". Infatti, Mombelli, il 17 ottobre del 1930, è tradotto nelle Tremiti. La frequentazione di altri confinati, tra cui Zeffirino Bianchi. ma soprattutto di militanti del Partito comunista, lo porta a maturare una diversa concezione della lotta clandestina e della politica antifascista. Finita di scontare la pena nell' ottobre del 1932, rientra a Brescia il 17 dello stesso mese. Nelle note della Prefettura. il Nostro figura ancora come "persona pericolosissima ritenuta capace di commettere gravi azioni criminose". Per cui viene iscritto nell' elenco degli individui da fermare in determinate circostanze. In questo periodo, lavora come muratore giornaliero, sottoposto ad un 'assidua vigilanza da parte degli organi di polizia che lo qualificano, ancora, come persona che "'continua a proporre con fede le sue idee” anche se non svolge specifica propaganda. e lo classificano tra i “sovversivi attentatori e capaci di atti terroristici". Nonostante ciò, non rinuncia al suo impegno e mantiene i contatti coi compagni di fede dimostrandosi cosi "elemento irriducibile per le sue idee avverse al Regime". Nel giugno del 1934 è dichiarato irreperibile, dopo che, per ragioni economiche. ha soggiornato per qualche tempo presso un dormitorio pubblico cittadino («Casa industria»). Ma nei primi mesi dell'anno seguente, si dà notizia del suo tentato espatrio. Sottrattosi all'occhiuta vigilanza degli organi del regime. probabilmente nel febbraio del 1936 giunge a Sartrouville (Francia), ospite di un altro emigrato bresciano, Luigi Beschi. Qui prende immediatamente contatto Con gli ambienti del fuoruscitismo italiano ed in particolare i conterranei Bianchi e Mario Delai, ambedue socialisti massimalisti. Iscritto nella rubrica di frontiera. aderisce al Partito comunista; in questo periodo cerca di far giungere a Brescia materiale di propaganda antifascista - che viene però intercettato dalla polizia -, ad Agostino Cattaneo e Aldo Caprani. Giunto in Spagna per partecipare alla guerra civile probabilmente nella seconda metà del 1936, è segnalato in seguito come combattente nelle formazioni antifranchiste". Ritornato in Francia verso la fine del 1 937, di lui non si hanno più notizie fino a quando lo si darà impegnato nella Resistenza d' Oltralpe. Residente a Parigi nel secondo dopoguerra, qui muore in data non accertata.
Annotazioni: Scheda biografica redatta da Roberto Cucchini per il volume I soldati della buona ventura: militanti antifascisti bresciani nella guerra civile spagnola (1936-1939) 2. ed. riveduta e aggiornata. - Rudiano (Bs): GAM, 2011 [ISBN] 978-88-89044-56-8 sulla base delle seguenti fonti: ACS, Mi. DGPS, cpc. b. 3341, fasc. 2204; ACS, Mi, DGPS, DPP, pacco 852, n. 7/9; AICVAS, La Spagna nel nostro cuore. cit., p. 314; A.a.V.v., Dizionario biografico degli anarchici italiani, vol. Il. Pisa, BFS edizione, 2004, pp. 206-7; A,a,.V.v.. Antifascisti nel Casellario politico centrale, cit., n. 13, ad nomen; D. Morelli, Antifascisti bresciani nel Casellario politico centrale, cit., n. 23, 1994, ad nomen; M. Fappani. Enciclopedia bresciana. vol. IX, cit., pp. 207-8; P. Corsini, G. Sciola (a cura), Italo Nicoletto (Andreis) anni della mia vita, cit., p. 328. n. 38: G. Porta, «Delitto di propaganda comunista», cit., p. 167, n. 47; Archivio AICVAS, Milano, scheda ad nomen.
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